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Delitto di via Poma. Il Dna di Raniero Busco sugli abiti di Simonetta...


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                           Vent'anni dopo . . .

Giallo di via PomaGiallo di Via Poma. Tribunale di Roma. Lo scorso 3  febbraio nell'aula bunker del carcere di Rebibbia davanti alla terza sezione della Corte d'assise presieduta dalla giudice Evelina Canale, l'imputato Raniero Busco fu accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. 

Oggi. Il dottor Stefano Moriani, dell'Istituto di Medicina legale della Sapienza, ha spiegato al processo per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, ulteriori dettagli sulla dinamica del delitto, grazie alla consulenza del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Parma.

Simonetta è stata ammazzata con 30 le coltellate di cui esattamente 6 al livello genitale, 8 all'addome, 7 al torace, 3 al collo e 6 al volto.

Ad ucciderla sarebbe stato l'ex fidanzato, Raniero Busco. Il suo Dna, coincidenza questa di assoluta importanza, è stato rinvenuto sugli abiti indossati quella sera da Simonetta, 21 anni;  era il 7 agosto del 1990 in via Poma 2.

La ragazza non sarebbe stata uccisa di sera tardi, bensì intorno alle 17. A parlare è stato il  contenuto gastrico della vittima...

La dinamica: dapprima "un approccio di tipo sessuale", consensiente,  poi, dopo un morso al seno, la reazione della vittima che avrebbe scatenato " un ceffone dall'aggressore che infierì con 30 coltellate".

ll delitto sarebbe avvenuto proprio là dove fu trovato il corpo...ed i colpi "furono inferti in maniera omogenea, in un breve lasso di tempo, ma in momenti diversi". Le tracce biologiche di Busco sono state trovate sul regiseno, il "corpetto", della ragazza. Ed il dubbio che possano risalire a rapporti precedenti a quella sera seppure con lo stesso Busco, viene fugato dall' ex comandante Garofalo del Ris di Parma, il quale assicura:" Quelle traccie ritengo siano assolutamente compatibili ed associabili solo all'aggressione".

Il dottor Moriani continua :"...vicino e accanto alla ragazza, due aloni di sangue presumbilmente ripulito con un indumento, ma anche delle gocce di sangue singole credo non della vittima ma dell'aggressore. L'imbrattamento sulla porta interna dell'abitazione, frutto di un trasferimento di sangue da parte dell'aggressore..."

L'udienza è aggiornata al prossimo 19 luglio

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